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La Storia

Comitato Centro Storico Viterbo
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Per i bambini “viterbesi” l’idea di emulare e di “giocare” alla Macchina di S. Rosa ed ai Facchini è sempre esistita.

Nei giorni antecedenti e susseguenti la sera del 3 settembre, soprattutto nelle vie limitrofe a Via Mazzini, centro di vita del Rione Porta della Verità, S. Giovanni e Crocetta, frotte di ragazzini si sono sempre cimentati nella costruzione di “piccole Macchine” utilizzando cassette d’imballaggio, scatole di cartone, bidoni, candele e Santini, tentando di dare forma a ciò che nella loro mente potesse rappresentare un campanile con in cima S. Rosa, dopodiché vestiti nella divisa bianca con la fascia rossa si dedicavano al trasporto della loro “macchina”.
Di questo tipo di gioco si trova menzione in un articolo sulla Gazzetta di Viterbo del 1872 infatti vi si legge di una piccola macchina trionfale di lumi portata da ragazzi nella contrada S. Giovanni in Zoccoli. Il viterbese Rosario Scipio, ci ha più volte raccontato che nella sua giovinezza aveva partecipato (1919) alla costruzione ed al trasporto di una Minimacchina di S. Rosa, costruita in legno, ricoperta di carta, con in cima una “margolleta”, tipica bambola viterbese a rappresentare la Nostra Santa, ed illuminata con delle candele. Il trasporto iniziava da piazza S. Giovanni (ora piazza Dante Alighieri), fino alla Crocetta e ritorno, questo per ricordare la strada che percorreva Santa Rosa dalla sua casa alla Chiesa di S. Giovanni in “ciotola”, dove dava assistenza ai pellegrini in passaggio per Roma.

Nel 1966 Don Sebastiano Fasone, parroco di S. Giovanni in Zoccoli spinse un gruppo di ragazzi, che frequentavano la Parrocchia, a dare a questo “gioco” un aspetto di serietà e di stile. Per quei giovani era un sacrificio, perché bisognava lavorare tutta l’estate, la loro passione e il loro amore per S. Rosa però non conosceva limiti.
Nessuno di loro si sarebbe immaginato che il loro impegno rivolto sia alla costruzione della Minimacchina che alla preparazione dei giovani Facchini avrebbero dato vita ad una nuova tradizione, complementare al Trasporto della Macchina di S. Rosa.
Accanto al nome “Minimacchina” fu coniato il nome di “Minifacchini”, la loro divisa, bianca con la fascia rossa era simile ma non uguale a quella dei Facchini adulti. A quei tempi i bambini indossavano i pantaloni corti, e la manifestazione, essendo nata per rendere l’omaggio dei piccoli viterbesi alla loro Santa, non poteva non discostarsi dalla moda di quei tempi.
I pantaloni corti dimostravano la loro giovane età, adolescenti in attesa di diventare grandi; piccoli facchini in attesa di diventare grandi facchini.

Nel 1980 viene costituito il Comitato Centro Storico Viterbo, che prosegue il cammino intrapreso fino a quella data dal gruppo di persone che avevano creato nel 1966 la realizzazione della Minimacchina di S.Rosa.

Il “Comitato Centro Storico Viterbo” ha lo scopo di svolgere attività che impegnino gruppi d’adolescenti in varie manifestazioni di carattere sociale e culturale, nonché quello di mantenere in vita e ricercare le tradizioni viterbesi.
Particolare attenzione viene posta alla preparazione dei Minifacchini, ogni anno circa 220 bambini di età compresa tra i 6 ed i 14 anni partecipano alla nostra manifestazione. E’ uno spettacolo entusiasmante vedere come con il passare degli anni lo spirito che anima questi piccoli viterbesi, nel voler rendere omaggio alla nostra Piccola Santa, è sempre più vivo e radicato nei loro cuori, come se in essi fosse presente un codice genetico di viterbesità trasmesso dai genitori ai figli che fa sì che nei primi giorni di settembre tutti si viva all’unisono per mostrare il nostro attaccamento, il nostro amore e la nostra devozione alla nostra Santa. Il loro incontro, il narrarsi le esperienze dei trasporti precedenti, li rende forti nella loro unità e nella loro forza, consapevoli che solo tutti insieme impegnandosi con tutte le loro piccole forze ed unendole possono portare in trionfo S. Rosa.

Il Comitato Centro Storico Viterbo ha sempre operato affinché tutti i bambini possano partecipare attivamente, senza selezione o esclusione di alcuno al trasporto della Mini Macchina.
In questi 46 anni circa 8000 bambini provenienti dalla nostra città, da quelle vicine e da altre Regioni hanno partecipato alla nostra manifestazione, molti di essi si sono cimentati nella fatidica prova di portata per diventare Facchino, diverse decine sono riusciti a coronare il loro sogno, premiando in questo modo la nostra opera di educatori.
Per questo motivo nel 1997 il Sodalizio ha conferito al Comitato Centro Storico Viterbo il titolo di Ambasciatore del Sodalizio Facchini di S. Rosa per il significativo contributo reso nella promozione umana e culturale della figura del Facchino di S. Rosa.

I modelli della Minimacchina che si sono succeduti negli anni (dal 1980 un nuovo modello ogni tre anni) hanno mantenuto sempre le stesse dimensioni sia in altezza che in larghezza, ciò è dovuto alle vie anguste del percorso, in particolare l’altezza è condizionata dall’Arco Torellini in via Mazzini, spazio utile dal suolo metri 5.40; sono costruzioni in legno e polistirolo, illuminate con luce viva ed elettrica.
Tutti i modelli sono originali, progettati, realizzati quando possibile dai componenti del Comitato, nascono prendendo spunto dai diversi monumenti o dalle strutture architettoniche della città, tutti terminano con la statua di Santa Rosa, a significare la Sua protezione sulla città.

Dr Alfredo FAZIO

Statuto del Comitato Centro Storico Viterbo: Statuto CCS